Consigli a un giovane docente

  • Aggiornamento non è leggere il libro di testo tutti i giorni prima della lezione. Tieni sempre presente che il libro di testo rappresenta, nella generalità dei casi, la condensazione, ovvero l’essenzializzazione di un sapere disciplinare e, come tale, è un sussidio dello studente con il cui contenuto questi confronterà, giorno dopo giorno, gli appunti delle varie attività svolte durante la tua lezione. Il libro di testo lo devi esaminare attentamente (leggendone possibilmente più capitoli), prima di decidere sulla sua adozione o meno. Dalla lettura di un buon saggio o di un classico imparerai certamente più cose (cose particolari, impropriamente considerate inadatte per uno studente in base alla logica di un autore di libri di testo).
    • Leggi i classici. Non cessare mai di leggerli perché non basta, forse, una vita per poterli leggere tutti. Non limitarti a leggere di un classico solo quello che “passa” l’antologia scolastica. Leggi il classico in una buona edizione, possibilmente nell’edizione che mette a disposizione il relativo testo critico. Fa ciò sia col classico italiano che con quello latino. Tante opere latine sono, oltretutto, di così breve respiro che la loro lettura non richiede molto tempo.
    • Sentilo come un dovere quello di seguire le più importanti novità librarie che riguardano le tue discipline. Non riempirti la casa solo di libri di testo, cioè dei cosiddetti “saggi” di libri scolastici. Di tante novità si viene a conoscenza tramite la Rivista, la lettura del giornale di diffusione nazionale, o la visita in una ben fornita libreria.
    • Fai sempre il tuo dovere fino in fondo, anche se non mancano le ragioni per non farlo: lo stipendio inadeguato all’impegno e alla bravura professionale; l’appiattimento assoluto da ogni punto di vista; la mancanza di una prospettiva di carriera e di ogni forma di gratificazione diversa da quella che deriva dal successo del proprio lavoro. Fai il tuo dovere per i ragazzi e per loro famiglie, non per il dirigente (in tanti casi, questi non si accorge di nulla, o è interessato solo a quelli che gli stanno intorno).
    • Non porti mai in atteggiamento di adulazione nei confronti del dirigente, chiunque esso sia. Se ti accorgi che appartiene a quella specie di vanitosi, oggi in così grande proliferazione, ignoralo completamente. Fallo adulare dai “lecchini nati”, che non mancano mai in nessun settore e che, da che è mondo è mondo, ci sono sempre stati.
    • Devi sapere che il disconoscimento sistematico dei valori professionali sul luogo di lavoro è sì un fenomeno tipico di tutto il settore pubblico, ma in modo particolare della scuola. Esso, come sanno ormai tutti, rappresenta, oltre che un’enorme perdita dal punto di vista dell’efficienza, un palese affronto alla dignità della persona umana. Contro tale ingiustizia, non degna certo di un paese civile, non esistono purtroppo oppositori né tra i sindacalisti, né tra i partiti politici. Solo qualche voce isolata, come ad esempio quella del giornalista Angelo Panebianco che è da anni ormai che va predicando inutilmente queste cose sui giornali. Neppure un governo di centro destra, come quello di Berlusconi e Fini, ha il coraggio di avviare su questa scottante questione una seria inversione di marcia. Dopo l’ingiusta e indecorosa defenestrazione di Luigi Berlinguer da parte del suo stesso partito, avvenuta proprio per tale questione, anche un ministro come la Moratti si guarda bene dal prendere misure che possano scatenare le furie dei sindacati di categoria. Solo qualche vaga promessa di aumenti a chi è disposto a collezionare quanti più corsi universitari di specializzazione, sia pure sugli argomenti più strampalati e anche se ormai vicini alla pensione o residenti in aree prive di Università.
    • Segnati i siti Internet che ti possono servire, ma sappi che puoi sempre, per una ricerca intorno a qualsiasi argomento, rivolgerti ai più efficienti motori di ricerca.
    • Non giudicare con pressappochismo la tua opera di educatore. Devi pur credere che, qualunque sia la disciplina che insegni, la tua persona, il tuo quotidiano esempio di rettitudine e il dialogo con te possano incidere sull’educazione e sul cambiamento dei ragazzi. Non puoi pensare che ogni aspetto del tuo lavoro d’insegnante abbia a che fare solo con la sfera intellettiva. Nell’educazione la relazione viene prima della didattica. Non dimenticare mai che ogni ragazzo ha diritto ad essere rispettato, prima ancora che come studente, come persona; e, come tale, lo devi considerare, oltre che per la dimensione intellettiva, per ogni altra dimensione.
    • Rispetta sempre l’intimità del ragazzo. Non essere con lui volgare né col comportamento, né col linguaggio e né con i ragionamenti. Per meritare il suo rispetto, bisogna che anche tu lo rispetti. Spesso il ragazzo è costretto a “stare al cattivo gioco”, perché posto nel ruolo più debole di studente.
    • Lascia i problemi e i crucci personali dietro la porta dell’aula e mostra una disponibilità continua e un umore non mutevole. Gli isterismi, le intemperanze, gli abusi di potere sono quanto di più odioso si possa perpetrare ai danni di un ragazzo.
    • Quando una strigliata ci vuole, falla ma senza mai eccedere. Cerca tuttavia di riconquistare subito il buon rapporto di prima. Niente “musoni” con i ragazzi.
    • Sforzati di risultare più equo e più corretto che mai nell’esprimere le valutazioni intorno alle prove dei ragazzi, specie quando con le stesse – come solitamente accade nel nostro lavoro – vai a stabilire differenziazioni e gerarchie tra loro. Gli studenti, anche i più “modesti”, sanno essere giudici severi della nostra capacità di valutazione. Se ci giudicano ingiusti, parziali o pregiudizievoli, non ci può certo salvare la bella lezione per farci riconquistare la loro stima e la loro fiducia. Ma equi e giusti bisogna esserlo con loro, non solo nelle valutazioni, ma anche nel coinvolgimento nelle attività scolastiche e nell’attribuzione delle responsabilità.
    • Sii amichevole con i ragazzi, ma non dimenticare che sei prima di tutto il professore, ed è questo che essi si aspettano che tu faccia.
    • Dai grande valore al comportamento del ragazzo, quanto al suo profitto. Il che, nel concreto, deve tradursi nell’apprezzare che il suo comportamento sia improntato a civismo, correttezza, senso di amicizia, di lealtà e di solidarietà.