Come si diventa lettori

          Una costante che continua a perdurare, da un’epoca all’altra, nel mondo della lettura  è costituita dal fatto che risultano sempre pochi coloro che sono dediti con continuità a quest’antico e piacevole passatempo. I giovani – si sa – sono attratti da ben altri svaghi e preferiscono perlopiù trascorrere buona parte del proprio tempo libero fuori dalle pareti domestiche e in compagnia dei coetanei.  Ci si trova, dunque, di fronte al solito dilemma: come fare per riuscire ad interessarli alla lettura, senza dover ricorrere a parole vacue e retoriche, che generalmente li allontanano, piuttosto  che accostarli, a questa tanto proficua e dilettevole attività.

    Lo abbiamo scritto negli articoli sulla lettura che abbiamo già postato su questo Sito: per far venire la voglia di leggere un’opera, non esiste modo più efficace e persuasivo che quello di mettere in luce i suoi pregi, così come si fa anche con un film, perché è attraverso un convinto ed entusiastico apprezzamento che si riesce a destare grande interesse e curiosità verso un qualcosa. E’, in fondo, la migliore forma di pubblicità. Non necessariamente deve comunque trattarsi di un libro di recente pubblicazione.

       Certo, trattandosi di ragazzi che non hanno mai letto un libro in vita loro, bisognerà scegliere un’opera quanto più appropriata allo scopo. Oltretutto, le cose si sono un po’ più ingarbugliate per il fatto che oggi si ha generalmente a che fare con studenti che, pur con diversi anni di scuola dietro le  spalle, risultano, come si suol dire, “nudi e crudi”, cioè del tutto privi di alcun interesse culturale.  Sono davvero pochi gli studenti che non si lasciano condizionare dal processo di omologazione in atto ormai da tempo tra le ultime generazioni.

      Incuriosire un soggetto siffatto non è oggettivamente una cosa semplice, ma bisogna pur tentare, se si vuole “tirar fuori qualche ragno dal buco”. Non è, invece, difficile trovare un romanzo o un saggio, nel quale sia racchiuso un tema quanto più avvincente, interessante e alquanto particolare. Ancor meglio ovviamente, se l’opera consigliata risulti breve e se il suo linguaggio sia alla portata dei più. Insomma, i primi consigli di lettura non possono non tener conto del fatto che la loro specifica funzione è semplicemente quella di stimolare la voglia di leggere.

     Non di secondaria importanza è stabilire, poi, a chi spetti svolgere una così delicata e difficile funzione. Chissà se, anche ai giorni nostri, capiti che un amico, o un compagno di classe, dopo aver fatto una lettura interessante, provi, come accadeva un tempo, lo spontaneo desiderio di consigliarla a qualcuno dei suoi sodali, parlandogli con soddisfazione della stessa.

    Certo, a fungere da consigliere di lettura possono essere le persone più diverse e, oltre a quelle appena indicate, può svolgere tale funzione il genitore, anche se da sempre la figura che sembra più adatta è quella dell’insegnante, preferibilmente quello che gode di grande stima e autorevolezza da parte dei suoi studenti e che sugli stessi esercita un certo fascino. Un insegnante che si presta bene al ruolo di consigliere di letture risulta anche chi, all’interno di un istituto scolastico, fa il Bibliotecario, ma in tal caso il suo compito dovrebbe ovviamente andare ben aldilà del semplice prestito librario.

     Sarebbe sicuramente un’ottima cosa, se il Bibliotecario, insieme ad un team di colleghi ben motivati e interessati, dessero vita alla stimolante iniziativa di svolgere periodicamente appositi Incontri con gli studenti, per progettare una serie di Conferenze su importanti tematiche di attualità, allo scopo di suscitare interesse intorno alle stesse. La conclusione naturale di ciascuna di dette conferenze  dovrebbe essere quella di suggerire qualche lettura intorno a ciascuna tematica via via affrontata; che è quanto è realmente avvenuto nella Ragioneria di Crotone negli anni 80 ad opera del Bibliotecario del periodo.

      Sembra opportuno, a questo punto, fare qualche esempio di lettura che si presta bene per ragazzi che non hanno mai letto un libro. Come è noto, ciò che comunemente attrae di più in un’opera è costituito dalla sua singolarità, di cui  un evidente esempio si coglie nel volume che tantissimi lettori – sei edizioni nel giro di pochi mesi – è riuscito ad attrarre. L’opera in questione s’intitola “L’ultima lezione.  La vita spiegata da un uomo che muore”, ed è stata composta da un certo Randy Paush, il quale si decise a scriverla, dopo che da parte dei medici gli era stato diagnosticato un cancro che gli avrebbe lasciato solo qualche mese di vita.

     Come non sentirsi spontaneamente attratti e incuriositi da una lettura simile? Che pensieri saranno passati nella testa di un uomo di soli 47 anni, felicemente sposato con tre splendidi figlioletti e con un lavoro che lo appassionava tanto, il quale tutto d’un tratto apprende di dover a breve interrompere la sua vita felice? Leggendolo, i ragazzi s’imbattono in “un commosso, entusiasmante, formidabile e sorprendente inno alla vita”. Altro che rancore, rimpianto o paura della morte; solo un intenso desiderio di lasciare più di un messaggio, tutt’altro che banale, sulla vita alla moglie, ai figli e agli uomini tutti. Un libro che ha fatto commuovere milioni e milioni di persone in ogni parte del mondo.

    Un’altra opera, capace di destare interesse e curiosità, sia negli studenti che a scuola studiano già la Filosofia sia in quelli che la stessa non ce l’hanno proprio tra  le discipline dell’Istituto da loro frequentato,  è rappresentata da  “La filosofia in trentadue favole”, con la quale Ermanno Bencivenga si è proposto di affrontare i temi-chiave su cui da sempre i filosofi s’interrogano attraverso il suggestivo linguaggio delle favole, che non danno risposte, ma pongono in continuazione interrogativi.

     Il fascino di quest’opera per gli studenti liceali poggia sull’insolita rivisitazione del mondo filosofico attraverso le favole, mentre per gli altri studenti lo stesso consiste nell’opportunità che risulta loro offerta di accostarsi, attraverso una via molto accessibile, ad un universo culturale del tutto sconosciuto.   Comunque, prima di consentire a chi lo desidera la lettura di detta opera nella sua interezza, è preferibile far leggere agli studenti di un’intera classe la bellissima favola, “Un posto per un’idea”, senz’altro la più adatta per fungere da primo appetibile “assaggio”.

2 Commenti

  1. Mio caro Franco, tu nel corso degli anni, oltre che “compagno di banco”, sei diventato compagno di vita, hai partecipato alla mia vita così come io ho partecipato alla tua, e come pure alla vita dei tuoi figli.
    Trovo la tua idea di focalizzare l’attenzione ad un’opera (o missione) importantissima, quella di aiutare concretamente la gioventù alla lettura (e perciò al raziocinio, ed alla libertà di pensiero e di analisi, che è poi lo scopo che ti eri prefisso scegliendo e praticando il mestiere dell’insegnante).
    Alle volte ti invidio, perché hai realizzato i tuoi scopi, ed anche quanto ti sei prefisso nella vita. E non c’è niente di più appagante del sentirsi realizzati e corrisposto dai giovani. Mi aveva molto colpito Anastasia ed anche un’altra compagna (non ricordo il nome) che ricordava la tua attività scolastica con grande riconoscenza.
    Vedi, Franco, tu non sei vissuto invano, anche grazie alla chat.

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