IL MIO ZIBALDONE

La mia febbre dell’oro è quella del libro. Se ancora ignorassimo la legittimità delle cose ritenute vitali per il vivere quotidiano, proveremmo vergogna e senso di colpa per l’ansiosa difesa dei ” beni ” librari. Ad essa si accompagna, tuttavia, il bisogno istintivo di donare, socializzandolo, il frutto delle nostre letture.

Quando dal riesaminare un oggetto già studiato ci sembra di carpirne significati diversi da quelli del passato, siamo soliti attribuirne la causa alla maturazione della criticità o all’efficacia che crediamo propria del ripetersi di una ricerca. Quel che non siamo propensi a ritenere è che a cambiare siano stati, non tanto il modo e la capacità d’indagare quell’oggetto, quanto la situazione storico-esistenziale e la fisionomia della nostra personalità. Nella considerazione, pertanto, delle ragioni che portano al rinascere dell’interesse per un’opera di letteratura, d’arte o di filosofia o ad un diverso modo di porsi nei suoi confronti, bisognerebbe tenere nel debito conto i fattori evolutivi propri dei soggetti del prodotto di cultura.

La democrazia scolastica è proporzionale a quella più generale, civile e politica: se la seconda non funziona come dovrebbe, è inevitabile che non funzioni bene nemmeno la prima. Pertanto, chiedere ad uno che non vive pienamente la sua partecipazione di cittadino di partecipare più attivamente alla vita della scuola è vano.

Petilia Policastro 9.12. 1977

La prima Comunione: una festa di “fuori” piuttosto che una festa di “dentro”. La ritualità delle forme sacramentali cattoliche comincia da qui, così che la tensione spirituale del soggetto viene a spostarsi dal piano intimo verso tutte le esteriorità che accompagnano l’evento religioso. Bisognerebbe curare di più il soggetto, puntare ogni azione sull’autenticità del suo sentimento religioso e sul suo coinvolgimento complessivo; ma tutto questo ha poco a che vedere con la comunione fatta compiere in età precoce.

Petilia Policastro 8. 5. 1983

La misericordia divina: per peccati commessi in un tempo finito Dio commina pene che durano l’eternità.

Petilia Policastro 8. 5. 1983

Quattro sono i vizi da cui ho cercato sempre di difendermi ; si tratta dei vizi ai quali è più esposto l’intellettuale, specie quello meridionale : 1) il narcisismo, che porta l’intellettuale ad inorgoglirsi della propria cultura e ad autocontemplarsi narcisisticamente. Da questo vizio, tipicamente provinciale, mi hanno tenuto lontano la consapevolezza ( autentica e non di maniera) della personale inadeguatezza e la costantemente viva tensione intellettuale ; 2) l’isolazionismo aristocratico, per il quale l’intellettuale è volto ad assumere un atteggiamento, per quanto talvolta velato, di disprezzo nei confronti di altri soggetti sociali ; 3) l’illuministica illusione di ritenersi indispensabile, dal che deriva una delle spinte più forti ad entrare nella politica ; 4) l’intellettualismo, nel quale consiste la tendenza a sottilizzare e a volgere in astratto le cose anche più comuni e semplici del vivere quotidiano.

Petilia Policastro 31. 5. 83

Petilia mi ha consentito di leggere meglio nel sociale, di coglierne i fenomeni più rilevanti senza grande sforzo. Per cui è notevole il debito che mi resta da pagare agli anni qui trascorsi. Non si è trattato tanto di una condizione più favorevole alla concentrazione e all’attività intellettuale – che, se così fosse, dovrei temere per l’imminente trasferimento a Crotone, ch’eppure non riesco ad immaginare come dirompente rispetto a nessuna delle abitudini fin qui praticate e che fanno ormai parte del mio stile di vita. La verità sta nel fatto che il reale umano, politico, religioso, ecc., a Petilia si dispone in forme tali, che risulta obiettivamente più facile afferrare la sua essenza.

P.P., 20. 7. 83

Un’ingiustizia, se non superiore, certamente pari alle altre tanto strombazzate è quella che compie uno Stato quando, non riconoscendo meriti e capacità, pone tutti sullo stesso piano ( che è un’idea di cui non c’è da vergognarsi e che – si badi bene – non può dirsi né di “destra”, né di “sinistra” e neppure di “centro” ).

P.P., 2. 9. 83

Un rischio che ho sempre paventato nell’acquisto dei libri è stato quello della bibliofilia, che porta a far coincidere il piacere del libro nel solo possesso dello stesso.

P.P., 15. 11. 83

Nella società odierna l’esemplarità si è costretti a viverla nella rinuncia, ovvero nel rifiuto di qualunque responsabilità non direttamente connessa con i compiti inderogabili del proprio lavoro.

P.P., 15. 11. 83

Due sono stati i criteri, in base ai quali ho regolato le scelte in fatto di acquisti librari : la necessità, da un lato, di contenere l’entità delle spese – il che non si può considerare in assoluto uno svantaggio, visto che si è portati ad effettuare un vaglio più criticamente oculato dell’acquisto, così resistendo alle pressioni di varia natura cui sovente si è costretti a soggiacere ai giorni nostri ; il timore, dall’altro, di sfasare irrimediabilmente quel già tanto difficile rapporto tra compiti nuovi di lettura e pochezza del vivere.

P.P., 25. 12. 83

Il caso di Nocera Inferiore, la cui squadra calcistica è stata esclusa dallo spareggio per la declassificazione. Tutti – Comune, Sindacati, Partiti e cittadini – scendono in piazza, per inscenare una protesta, non contro la disoccupazione o la mafia, ma per la propria squadra. Sud, amaro Sud!

P.P., inverno 1983/84

La volontà pessimistica : sapere di volere abbattere un muro con un dito, continuando tuttavia a tenere il dito in pressione sul muro.

P.P., inverno 1984/85

Vale sempre la pena distogliere lo sguardo dal reale che ti vive accanto, per non restare prigionieri di visioni anguste e senza speranza. Ed è motivo di grande sollievo l’incontro armonico tra un pensiero e l’altro, seppure tanto lontani per certi versi.

P.P., 17. 4. 85

L’intellettuale meridionale è presuntuoso, attaccatissimo alla propria immagine, molto innamorato di sé e del tutto indisposto al proprio miglioramento attraverso il confronto.

KR – inverno 1985

A prima vista sembrerebbe che il vuoto quasi assoluto di qualunque genere di iniziative, che normalmente si registra nella scuola meridionale, possa incoraggiare o quantomeno rendere opportuni tentativi volti alla vitalizzazione culturale. Sul vuoto, sul deserto non si può, tuttavia, seminare nulla che possa poi in qualche modo germogliare. Laddove non si è mai fatto niente, non solo manca il benchè minimo interesse per qualunque iniziativa, ma addirittura si fa di tutto per causarne il fallimento.

KR – inverno 1985

La prima formazione del docente è da ritenersi importante non solo perché è quella che deve fornire i fondamenti epistemologici delle discipline e l’impostazione metodologica di uno studio che va proseguito nel tempo, ma anche in considerazione del fatto – scontato quanto mai, ma non tenuto affatto presente – che da giovani e non ancora coniugati si dispone di tutto il tempo e della volontà che occorrono alla necessità qui considerata.

KR – 10. 05. 1985

Ci deve essere una continuità pure nelle svolte più radicali. Non si può buttare nella pattumiera dei ricordi rinnegati tutt’intera una logica, un pensiero e una cultura. Ma forse tutto – logica, pensiero e cultura – vive e si muove in funzione di uno, due, tre fondamentali principi che sono presenti nella testa di un individuo e dei quali quelli si mettono fedelmente al servizio. Quel che, dunque, resta di uguale nella persona sono i tratti difficilmente modificabili dell’intelligenza, della sensibilità e del carattere.

P. P., Elezioni amministrative 12. 5. 1985

Un concetto acquista valore non solo per quello che ha dentro, ma anche e specialmente per come viene espresso.

KR – 16. 5. 1985

Che brutto destino è quello di leggere le cose in chiave del tutto contraria a quella in cui esse sono lette dagli altri !

( In occasione della manifestazione indetta dal Rotary Club e dal Consorzio Interscolastico il 1.06.1985)

Ah, fin dove giungono la venalità e il trasformismo degli intellettuali !

1. 6. 1985

Professionalità : che bella parola ! Si raccomanda ai giovani di acquisirla, ma non si dice agli stessi che la loro futura professionalità è costretta a nascere dall’improfessionalità dei professori e dei presidi che gliela raccomandano.

1. 6. 1985

Dichiararsi a favore della professionalità è liberatorio. Chi ne parla è come se dicesse : prendete esempio da me.

1. 6 . 1985

Affermare che oggi c’è maggiore bisogno di professionalità è un modo gentile ed educato di dire che in giro ci sono tanti sprovveduti ed incompetenti, e che abbiamo ormai toccato il fondo.

1. 6. 1985

Il fascino del professore universitario sulla platea dei docenti medi è proporzionale al sentimento d’inferiorità di questi ultimi.

1. 6. 1985

Ognuno cerca di portare il gioco al gioco che sa fare meglio.

1. 6. 1985

Il mondo è come lo vediamo da vicino

19. 8. 1985

Diviso per tanti anni ( e per quanti altri ancora ?! ) tra il fascino dell’utopia e la resistenza dell’irriducibile realtà, senza mai abbandonarmi interamente né all’uno, né all’altra. Di qui il perdurare dell’impegno di studio sul “settore scolastico” da un lato, e la continua percezione dell’inutilità “oggettiva” dello stesso dall’altro. E’ un impegno – compreso quello di scrittura – che non serve ad altro che a me solo e non riesce a socializzarsi neppure tra amici.

5. 12. 1985

Perdiamo sempre le battaglie civili e politiche, non tanto perché i nostri politici sono più sordi che altrove ad ogni sollecitazione per quanto giusta e sacrosanta, ma perché alla lotta aspra e dura di poche giornate seguono poi, come sempre, la disattenzione e il disinteresse più totali. Questi non sono il frutto della sfiducia, ma rispondono ad un costume anticamente radicato nelle società meridionali, dalle quali appunto non viene tradizionalmente esercitata alcuna forma di vigilanza e di controllo democratico sulle istituzioni pubbliche. Dunque, non si tratta solo di battaglie che anche il politico più provetto trova facile raggirare, ma di esperienze da cui non germoglia alcun lievito di coscienza democratica. Non diviene, così, costume, né il modo di chiedere degli amministrati, né quello del concedere degli amministratori. Tutto si esaurisce negli accesi fulgori di una fiammata d’ira, ovvero nei rapidi strepiti d’impotenti fuochi d’artificio

( In occasione dell’agitazione studentesca del l ‘I.T.C. crotonese del novembre 85/86 )

La quantità dei libri che abbiamo acquistato e continuiamo ad acquistare ha superato forse già la quantità del tempo che avremo a disposizione per leggerli.

29. 12. 1985

Data la vasta mole dei documenti storico-letterari e degli studi relativi ai medesimi molto raramente si dà il caso che coincidano fra loro i saperi , di cui sono in possesso i docenti di tali discipline. Di qui l’opportunità che si pervenga ad una quanto più corretta individuazione di quelli che possono ritenersi i contenuti fondamentali di dette discipline.

Luglio 1985

Ad insidiare la bontà dell’uomo sono l’attaccamento al denaro ( che risulta ancora più forte in chi già da tempo ha preso ad assaporarne il gusto) e l’individualismo esasperato, oggi più che mai connesso all’esistere.

9. 4. 1986

Si fanno tante polemiche sull’insegnamento della Religione e non si dice una sola parola sullo stato d’inutilità o di assoluta inesistenza dell’insegnamento dell’Educazione fisica.

24. 4. 1986

La predilezione degli insegnanti per la produzione di manifestazioni teatrali somiglia tanto alla predilezione provata dagli stessi per l’attività politica. Sia l’una che l’altra permettono quel riconoscimento pubblico delle proprie capacità, che manca all’ormai misero e piatto lavoro dell’insegnante di oggi.

28. 4. 1986

Vi sono attività di lavoro, nello svolgimento delle quali la professionalità non può essere simulata, né rivendicata a parole, ma posseduta effettivamente.

28. 4. 19861

Eroi del nostro tempo sono tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno a che fare con lo spettacolo, indipendentemente dal grado di professionalità e d’impegno che è dimostrato dagli stessi.

28. 4. 1986

Spesso si è costretti a dire la menzogna, in quanto essa risulta più credibile della verità.

6. 5. 1986

L’acquisto del pianoforte e il naturale entusiasmo che ho conosciuto nei giorni successivi mi hanno portato a rivivere, con un senso di amarezza forse più profondo, la consapevolezza di un’invincibile impotenza, contro cui si è inutilmente accanita per la seconda volta la mia tenace volontà.

9. 5. 1986

Non si trovano parole per esprimere quale sdegno sia provocato dal riconoscimento automaticamente attribuito alle persone insignite di titoli indipendentemente dal fatto che le stesse manchino di valore e di merito. A coloro che possiedono l’uno e l’altro, ma sono privi di un titolo di qualche rilievo, null’altro che l’isolamento o, nei casi migliori, quella che mi piace definire la “stima obbligatoria”.

9. 5. 1986

Ho accumulato tanti di quei libri, che non basteranno forse due vite per leggerli tutti. Bastano, comunque, ad attestare la voglia di conoscere e di arricchire la professionalità, che in me è stata finora sempre viva. E bastano a significare l’altrettanto viva illusione di riuscire a vincere con la sola forza di volontà la limitatezza del tempo, che mi resta ancora da vivere.

19. 5. 1986

La mia vita va avanti sempre uguale, divisa tra la tensione verso il lavoro scolastico, che è costretta dal crescente decadimento del Tecnico Commerciale a scemare di continuo, e la passione sempre più tenace per lo studio domestico, che assorbe tanta parte delle mie giornate. E nell’impossibilità di stornare in altre più gratificanti direzioni il frutto delle mie fatiche, seguito ad indirizzarlo verso la scrittura che, se non mi aiuta a liberarmi da quel senso d’inutilità e d’isolamento, che ormai da tanti anni mi porto dentro, sembra dare almeno un senso alla mia incessante operosità.

(Senza data)

Morti i titoli nobiliari, hanno preso il loro posto i titoli politici, onorifici e professionali.

Giugno 1986

E’ un vero peccato che tante cose ci diventino chiare…..

Se la morte venisse in / punta di piedi, / non temerei. / E’ il grido della coscienza / che mi fa paura: / Di fronte agli angeli / si può inciampare.

La pochezza professionale e morale, che è scorta dietro ai titoli, viene oggi addirittura apprezzata, in quanto viene molto spesso scambiata per semplicità o modestia.

Esami di Stato – 1986

Si può conoscere una disciplina ed essere incapaci, sia di farla conoscere ad altri, sia di misurare fino a qual livello sia dagli altri la stessa posseduta.

Gli ingegneri e gli avvocati , che si fregiano dei loro titoli, è come se riconoscessero, per il mancato possesso della capacità didattica e della capacità di valutazione, la propria indegnità a meritare pure l’appellativo di professori.

Catanzaro, luglio 1986

Il cristiano crede che la giustizia di Dio agisca anche sui torti invisibili che non possono essere corretti dalla giustizia degli uomini. Al non credente, invece, non resta altro che illudersi nella perfettibilità della giustizia umana.

Crotone, 18. 7. 1986

L’uomo comune – malvagio o furbo che sia – cerca sempre di approfittare dell’uomo buono o ingenuo ; ma, se quest’ultimo ne incontra un altro più buono ed ingenuo di lui, ne approfitta anch’egli.

3. 3. 1987

Come si è fatto meschino l’ambiente scolastico : si preferisce nascondere la “piccolezza” coi titoli, per non parlare della piccolezza di coloro che non riescono a vedere la piccolezza altrui.

10. 3. 1987

A chi mi dice che occorre ricostituire la “gerarchia del titolo” mi piace rispondere che ci sarebbe invece bisogno di ricostituire la “gerarchia del merito”

11. 3. 1987

Con gli anni e il senso d’impotenza che progrediscono, il posto della speranza e dell’illusione è preso dalla memoria e dalla rassegnazione”

Mancano in tanti uomini di scuola (meglio definirli “impiegati”) coerenza, serietà professionale e consapevolezza morale ( ovvero non si ha coscienza dei propri doveri morali).

Esami Maturità ’87 Catanzaro

Quand’anche si riesca ad impostare e strutturare decentemente il colloquio di esame, non si sa il più delle volte valutare gli elementi che emergono dallo stesso. Perché una cosa è esaminare, un’altra è giudicare.

Esami ’87

Non so se attribuire la “fatica di scrivere” alla difficoltà propria degli argomenti affrontati, alla stanchezza dell’ultimo periodo o alla perdurante difficoltà di concentrazione intellettuale dovuta all’astinenza dal fumo.

Inverno ’87

Per la seconda volta nello stesso anno ho guardato in faccia alla viltà ed ho riscontrato che le sue vittime non si contano, tanto sono ormai numerose.

23. 8. 1987

Ciascun docente insegna quel che sa.

26. 11. 1987

Esistono situazioni moralmente così compromettenti, da non lasciare altra possibilità di difesa che quella di tenersi dalle stesse lontani un miglio.

Giugno 1989

Nei Corsi di Aggiornamento si conosce ciò che si deve imparare attraverso i libri.

Novembre 1989

E’ difficile capire come possa insegnare chi ha ancora tanto da imparare.

Da laico mi sono domandato più volte come sia possibile che uomini di fede ed, oltretutto, impegnati a tempo pieno in attività religiose (catechismo e cose varie) possano comportarsi con tanta malvagità ed invidia.

17. 3. 1990

Non si è sfortunati solo perché si muore prematuramente ; ci sono modi così strazianti e sofferti di morire, da rendere ancor più sfortunati coloro che muoiono prematuramente.

17. 4. 1990

Ognuno apprezza quello che non ha.

25. 10 . 1991

Non ci sono materie facili e materie difficili ; ci sono professori capaci e professori incapaci di rendere facile la propria materia.

Luglio 1992

Quello che si capisce bene, non si dimentica più. Ci si scorda subito di ciò che non si è compreso chiaramente.

Giugno 1992

L’elevato tasso di abbandono registrato in ambito universitario va spiegato col fatto che la funzione selettiva, non più svolta dalla Secondaria, è ormai passata all’Università.

Inverno 1993

Se si potessero cambiare i professori come si fa con i libri di testo, il problema del rinnovamento scolastico sarebbe risolto in quattro e quattr’otto.

(riflessione sollecitata dall’ascolto in un Collegio-docenti della seguente frase : “il libro è superato, dobbiamo cambiarlo”)

Ciò che non viene fatto a tempo debito rischia di non essere fatto mai più

Giugno 1994

Uno più sa e più desidera sapere ; uno meno sa e meno desidera sapere

24. 4. 1994

Un concetto forte rischia d’indebolirsi, quando viene espresso attraverso un discorso debole.

27.9. 94

Il problema cruciale della società meridionale è costituito dal fatto – deleterio quant’altri mai – che ai posti di comando si sono piazzati incapaci, pieni di boria e vanità, e non controllati da nessuno.

27. 10. 1994 (periodo della malattia forzata)

L’identità di una persona è data da quello che la stessa è riuscito ad essere fino a quel momento. Mentre c’è chi crede basti un pennacchio qualsiasi per cancellare il proprio passato e disegnarsi un’altra identità, azzerando così differenze e attribuendosi una tanto comoda quanto illusoria superiorità.

30. 10. 1994

Quando manca tutto, ci si contenta di poco

29. 5. 95

L’Autore letterario che mi sembra di conoscere meno – per quanto la cosa possa apparire strana – è quello del quale ho letto quasi tutto.

Agosto 1995

Testimoniare la fede si dovrebbe non solo per una ragione di coerenza, ma per aiutare a credere chi la fede non ce l’ha.

7. 8. 1995

La diffusione dell’illegalità nella realtà meridionale è quanto meno pari alla diffusione del lassismo da parte dello Stato. Insomma, c’è illegalità, perché non c’è sanzione.

Agosto 1995

La superficialità di certe amicizie è tale per cui alcuni amici possono essere giustamente chiamati ” gli amici di quando s’incontrano”.

Agosto 1995

Scrivere esatto non è ancora scrivere bene.

17. 11. 1995

Si sta meglio pensando a chi sta peggio.

26. 11. 1996

Il non commettere il male risulta, di gran lunga, meno virtuoso che il fare del bene. Il pressappochismo morale del cristiano d’oggi sta tutto qui.

28. 4. 1996

E’ proprio dell’amministrazione scolastica attingere in modo del tutto casuale il personale occorrente per lo svolgimento dei compiti anche più qualificati ed impegnativi. L’unico requisito, su cui la stessa fa ogni affidamento, è rappresentato dal possesso del “pennacchio” di dirigente (preside o direttore che sia), come se non si sapesse che, ormai da un pezzo, questo titolo nel nostro Paese non garantisce più nulla.
Ad esempio, nell’ultimo concorso a cattedra, attraverso la cieca logica del sorteggio, sono stati chiamati a far parte di sottocommissioni di Latino dirigenti che, nel corso della loro esperienza, con l’insegnamento della lingua di Cicerone hanno avuto poco a che fare. Pertanto, le capacità e la preparazione del futuro docente di Latino sono state valutate da personale, le cui capacità e la cui preparazione nessuno si è preso la briga di andare preliminarmente ad accertare. In qualunque altro settore, non solo quelli privati, una cosa del genere sarebbe giudicata, a dir poco, inammissibile.
Altro esempio è costituito dal fatto che sono stati chiamati a dirigere istituti ad alta caratterizzazione tecnico-professionale soggetti, la cui esperienza è venuta interamente a svolgersi nella scuola dell’obbligo – con quali difficoltà e con quali danni a livello organizzativo non è difficile immaginare.

Esami di Stato Mesoraca, 14. 06. 2000

Chi non sa farsi obbedire con la stima, si fa obbedire con il terrore.

24. 02. 2001

La morte di papà mi ha lasciato dentro un vuoto enorme. Credo che nessuna persona sia finora riuscita ad esprimermi l’affetto come ha saputo fare lui. Mi manca molto la sua compagnia.
E mi rimane il rimpianto per tutte le ore che non ho trascorso insieme a lui, perché distolto da occupazioni non altrettanto piacevoli ed importanti.

1. 1. 2002

Del tutto priva di fondamento risulta l’opinione comune secondo la quale le persone cretine possiedano comunque un’indole buona. L’esperienza mostra, invece, che le stesse sono incapaci di pienezza e di coerenza sentimentale. E’ pertanto alquanto improbabile che una persona cretina riesca a diventarti un grande amico : i grandi sentimenti poggiano più sull’intelligenza che sul cuore o quantomeno su entrambi.

Crotone, Pasqua 2002

 Spesso accade che uno, non sapendo come dire una cosa, non riesca a dire neppure la cosa che sa.

16.12.2002

Parlare facile e, al tempo stesso, bene è difficile.

16.12.2002

Non è tanto una ragione di dissenso ideologico-programmatico a tenere la gente lontana dalla politica, quanto la disistima che si prova per le persone che, trovandosi nei partiti da lungo tempo, ormai si sentono i loro padroni assoluti.

21.12.2002