Un’inedita tipologia di stupro

      Lo stupro che è stato recentemente compiuto a Milano e che tanto clamore mediatico ha suscitato costituisce un fatto assolutamente inedito per le sue modalità di svolgimento e per la singolarità dei soggetti coinvolti. A destare grandissima indignazione è stata soprattutto la ferocia che, a detta dei medici del Pronto Soccorso presso il quale è stata trasportata la vittima, ha causato tali lesioni, da non essere state mai riscontrate in altre donne fatte oggetto dello stesso genere di reato.

       Non minore l’indignazione causata dall’estrazione sociale e professionale dello stupratore, che non coincide con nessuno degli stereotipi abituali del caso, ovvero né con il solito extra-comunitario socialmente reietto ed emarginato, né con il componente di una gang, ecc., ma con un laureato in Economia e commercio della Bocconi, ricchissimo imprenditore e bene integrato con personaggi dello spettacolo e della cosiddetta Milano bene.

      Un’altra non meno evidente anomalia è costituita dal luogo in cui lo stupro è avvenuto e che non è né un luogo appartato, periferico e solitario, né l’angolo nascosto di un giardino pubblico poco frequentato, ma nientepocodimenochè l’elegante attico di un palazzo posto al centro della città meneghina, dove si recavano, a seguito di apposito invito, più persone, puntualmente servite da musica, ballo, sesso e cocaina.

     Anche dalla fisionomia della vittima emergono aspetti piuttosto inconsueti e, al tempo stesso, inquietanti: non trattasi, infatti, di donna più o meno matura, ma di una giovanissima di soli 18 anni, che non è stata stuprata all’improvviso, mentre si trovava sola e indifesa, ma è stata essa stessa a recarsi nella cosiddetta tana del “lupo”, anche se il suo consenso a quello che sarebbe dovuto essere un occasionale approccio sessuale non le è stato estorto con la forza, ma con l’inganno e la cocaina. Inoltre, mentre lo stupro dell’orrore veniva indisturbatamente consumato all’interno di una stanza, fuori di questa risultava posizionata una guardia del corpo, la quale aveva il compito di non farvi entrare nessuno.

    Si è trattato, oltretutto, di un temporaneo sequestro di persona, durato all’incirca 24 ore, contrariamente alla più comune tipologia di stupro che è di durata ordinariamente più limitata e dal quale, una volta perpetrato, il relativo autore se ne allontana subito, non lasciando altra traccia di sé che quella del dna.

    Due constatazioni vanno ulteriormente riservate alla fisionomia, anch’essa anomala, dello stupratore, balzato in quattro e quattr’otto agli onori della cronaca, da fortunatissimo e bravo imprenditore del settore fintech qual era e ovviamente non ancora conosciuto dal grosso pubblico. La verità è che, quando di soldi se ne accumulano tantissimi e in così breve tempo, come è avvenuto all’imprenditore in questione, diventa altissima la probabilità di arrivare a ritenere che tutto sia non solo consentito, ma anche facilmente raggiungibile, appunto per mezzo del dio-denaro.

     Tantissimi soldi inducono inevitabilmente la persona a sentirsi così potente, da ritenersi una sorta di Al Capone, impunibile e intoccabile, il che, nel caso di cui trattasi, risulta dimostrato dal fatto che i molteplici cittadini, domiciliati negli appartamenti del palazzo della “Terrazza Sentimento” (mai denominazione fu tanto inappropriata e menzognera rispetto all’effettiva realtà dei fatti!), pur avendo più volte inoltrato, a chi di dovere, proteste di ogni genere, non sono riusciti a bloccare i fastidiosissimi schiamazzi e i suoni ad altissimo volume provenienti dall’attico. La quiete e l’ordine sono stati ripristinati, solo dopo che l’Alberto Genovese (è questo il nome dell’originale inventore degli “stupri a base di droghe e torture”) è stato finalmente arrestato.

    Morale della favola: i soldi riescono persino ad interrompere il normale decorso della Legge. Come, poi, questo crudelissimo e disumano imputato sarà penalmente trattato dal sistema giudiziario italiano, pieno di falle, incongruenze e contraddizioni, non risulta certo tanto difficile prevedere.

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