Renato Caruso, un campione della chitarra

         È stato il padre ad impartire a Renato i primi rudimenti musicali, quand’egli aveva appena 6 anni, nutrendo tuttavia da subito l’ambizione che suo figlio imparasse a leggere lo spartito musicale, che cioè non si affidasse, come lui, solo all’orecchio. E, nel ricordare la propria infanzia, Renato, nell’Introduzione ad un suo libro da poco pubblicato, ha fatto la seguente confessione: “la musica per me ha significato molto, fin dalla nascita, da quando mio padre suonava ed io ascoltavo; ascoltavo senza sapere che sarebbe nata in me questa grande passione, fino agli studi di chitarra classica in Conservatorio”.

         La formazione musicale successiva lo porterà a traguardi tali, da farlo uscire completamente dall’ambito del dilettantismo e da consentirgli di raggiungere livelli alquanto elevati di bravura e di professionalità. Per farsi un’idea della particolare intensità della vita artistica di Renato, è sufficiente dare un’occhiata alla sua pagina web, nella quale si legge quanto segue:

“All’età di 10 anni intraprende lo studio della chitarra classica con il maestro Pietro Aldieri, che lo seguirà fino al settimo anno di Conservatorio. Riuscirà, in seguito, a conseguire il relativo diploma, proseguendo lo studio da autodidatta. Proseguirà i suoi studi con Orazio Sciortino, egregio maestro di armonia.

    Giovanissimo, entrerà a far parte della band “Juredurè”, facendosi artefice dell’inserimento nella stessa di Emanuele Trocino che in seguito, oltre a svolgere ottimamente il ruolo di paroliere, si rivelerà, nella veste di cantante, una colonna portante del gruppo.

      Ha lavorato cinque anni nell’accademia musicale di Ron, “Una Città Per Cantare”, come docente di chitarra classica, acustica ed elettrica, teoria e solfeggio, informatica musicale e responsabile web. Si è occupato per tre anni di didattica musicale presso l’Associazione Arteviva di Cornaredo. Per conto di Prosincro web ha svolto il compito di designer, ovvero di programmatore di interfacce per cartoline digitali, attinenti a Mario Venuti, Mannarino, Virginio, ecc.

    Molteplici ed artisticamente molto importanti risultano le collaborazioni musicali realizzate fino ad oggi. Tanto per darne un’idea, si è esibito con Ron (Blues Canal), con i Dik Dik (Video Musicale), con Red Ronnie (con Durante per Roxy Bar Expo 2015); ha preso parte ad una edizione del Primo Maggio; ha suonato con Domenico Lo Parco, Von Washington, A. Graziani, A. Rimedio, P. Polifrone, B. Giargiana, E. Rossi, M. Rossi, F. Gangi, M. Marcer, ecc.

     Ha scritto oltre 300 brani di vario genere; svolto seminari/lezioni con Pietro Nobile, Walter Lupi, Andrea Braido, Massimo Varini, Luigi Attademo, ecc. ed ha organizzato stage per Biagio Antonacci e Ornella Vanoni. In qualità di compositore, arrangiatore e polistrumentista ha realizzato circa 10 dischi. Prossimamente uscirà la sua ultima fatica musicale, il CD intitolato ARAM  e che conterrà 11 tracce eseguite da lui solo alla chitarra.

     Attualmente lavora presso diverse accademie come docente di chitarra classica, acustica, T&S, informatica musicale; come compositore e direttore artistico presso la casa discografica di Brescia (Gne Records); e come consulente musicale Mediaset per la trasmissione Caduta Libera di Gerri Scotty su Canale 5. Ha, inoltre, suonato con diverse formazioni in tutta Europa e per EuropaEdizioni ha pubblicato recentemente il suo primo libro “La mi re mi“.

     Ama la musica classica ed, in particolare, Chopin e Mozart, ma tra questi, Paganini e Bach ha trovato un posto di rilievo anche per Jimi Hendrix e Pino Daniele”.

       Oltre la chitarra, Renato suona pianoforte, percussioni, batteria e basso. Come chitarrista, in una recente video-intervista rilasciata a LaRubrica7, si è definito “non un super-chitarrista da band, ma, un po’ più, un chitarrista da unplugged, più soft, d’accompagnamento, specificando che, data la sua formazione classica, non sarà mai il tipico rocchettaro”.

    Da vecchio appassionato di musica, quale noi siamo, ci è capitato già da tempo di apprezzare moltissimo le qualità artistiche di Renato, in particolare ascoltandolo suonare nei molteplici video, messi a disposizione del pubblico da YouTube e che ci rivelano le sue grandi abilità alle prese con i più svariati generi musicali. Uno dei video musicali sicuramente più belli, da lui prodotti, va considerato quello intitolato “Omaggio a Pino Daniele”, che basterebbe da solo a provare la disinvolta padronanza tecnico-musicale da lui ormai pienamente acquisita. Del resto, Renato stesso ha avuto modo di riconoscere, proprio nel suo libro, che “le canzoni di Pino Daniele non possono essere suonate da tutti, poiché ci vuole una gran tecnica”.

         Che dire, infine, del suo bellissimo e suggestivo libro “LA  MI  RE  MI” ? Semplicemente che in esso egli ha avuto modo di travasare la sua ampia ed articolata conoscenza sia musicale che informatica (si tenga presente che, oltre al diploma di Conservatorio in Chitarra Classica, Renato ha conseguito la Laurea in Informatica, discutendo la tesi: “L’intelligenza artificiale nella musica jazz”). Pertanto, se si desidera un quadro sulla musica nel quale non sia tralasciato alcun aspetto di carattere storico, teorico, tecnico, e nel quale siano esaminate le principali caratteristiche di ciascun genere musicale, non c’è che da leggere questo tanto succinto, quanto chiaro e pregevole lavoro. Al pregio dell’estrema competenza e della completezza, infatti, Renato ha saputo unire quello della piacevolezza, che deriva essenzialmente dal tono autobiografico e confidenziale al quale risulta informata l’intera trattazione svolta nel suo lavoro.

      Per avere un’idea dell’incredibile varietà tematica di quest’opera, basti precisare che in essa è data risposta a domande come le seguenti: come possiamo determinare il genere di una canzone? Come mai alcuni chitarristi preferiscono suonare uno stile piuttosto che un altro? Non mancano le pagine di natura più tecnica, come quelle – ad esempio – che si riferiscono a “Bach e il temperamento equabile”, o alle “intavolature”, o al passaggio dall’analogico al digitale, o al rapporto tra la musica e l’informatica, e via di questo passo.

     Renato, dopo aver passato in rassegna tutti i più grandi chitarristi del mondo, catalogandoli in base al loro stile di appartenenza, dedica le pagine conclusive del suo lavoro a tre grandi chitarristi, da lui tanto ammirati, studiati ed amati, come Alex Britti, Pino Daniele e Lucio battisti, dell’arte musicale di ciascuno dei quali riesce a svelare i segreti più importanti. E, per rendere la propria analisi quanto più pratica ed esemplificativa, di ciascuno di questi grandi della musica italiana Renato procede ad esaminare le canzoni più belle ed, al tempo stesso, più originali e caratteristiche. Di ogni loro famosa canzone vengono attentamente esaminati l’intro, il ritornello, il testo, gli accordi, l’arrangiamento, tutto insomma, nel tentativo di porre il lettore nella condizione di assaporare un nuovo tipo di piacere in caso di riascolto delle stesse.

   Il talento musicale di Renato Caruso è tale, da consentirgli, pur essendo un giovane musicista, d’inserirsi nel variegato e fortemente concorrenziale panorama musicale milanese e di riuscire a conquistarsi gli apprezzamenti e la stima di non pochi famosi artisti, tanto più vecchi di lui.

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